Salerno di notte

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SALERNO SENSACIONAL

mercoledì 1 febbraio 2017

LA SALERNO CHE FU’ (93)


Mio Padre, nella Salerno che fu, aveva imparato il mestiere di fioraio da un suo zio. Era stato alcuni anni con lui e poi si era deciso di aprire un negozio da solo.

Lo zio, a cui intanto erano cresciuti i figli, aveva però ideato un metodo per lavorare di più. Nell'Ospedale Riuniti di Salerno di tanto in tanto moriva qualche ricoverato. Mio Padre aveva il negozio proprio vicino a questo ospedale.

Le persone che morivano in questo ospedale venivano portate nella camera ardente dello stesso da cui sarebbe partito il funerale. Ebbene questo zio aveva incaricato un suo figlio, quindi un suo cugino, di stare sempre intorno alla camera ardente dell’ospedale. Ci passava le giornate.

Inoltre avevano contatti con qualche infermiere spia a pagamento, e quando ci scappava il morto, venivano subito avvisati. Già quando il ricoverato cominciava ad essere in condizioni gravi scattava l'allerta. Una volta avvenuto il decesso, il ragazzo avvicinava qualche parente del morto dandogli le condoglianze e chiedendo, (è incredibile ma  vero), se avevano bisogno di ordinare i fiori per il funerale.

Si può solo immaginare come la cosa mandasse in escandescenze mio Padre che aveva il negozio proprio vicino all'ospedale e vedeva svanire probabili fonti di guadagno. Chi avvicinava i parenti dei morti era proprio quel suo cugino che lui aveva soprannominato:  “ O Schiattamuort! ”  



Col passare del tempo questi cugini di mio Padre hanno sfondato nel ramo mortuario, riuscendo ad aprire a Salerno molte agenzie funebri.

A mio Padre lo chiamavano: “O Commendator” per prenderlo in giro! Questo suo cugino qualcuno lo ha fatto addirittura “Cavaliere del Lavoro!” 
Si! Delle camere mortuarie.

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Diceva mio Padre che il motto preferito di suo cugino era:  “Dio li fa e io me li piglio!”

Mio Padre diceva sempre che quando si arrabbiava con qualcuno minacciava di andargli a prendere prima o poi le misure, naturalmente per la bara!

Diceva ancora mio Padre che quando qualcuno dopo il funerale si recava da lui per pagargli il conto lui usava sempre l’espressione:
  “ Prego, si accomodi alla cassa…”

Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/01/la-salerno-che-fu-92.html

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