Salerno di notte

Salerno di notte
SALERNO SENSACIONAL

giovedì 13 aprile 2017

LA SALERNO CHE FU’ (103)


«Cara matre, tanti auguri per il Santo Natale. Cara matre, da oggi in poi voglio diventare un bravo giovane. Ho deciso: mi voglio cambiare. Preparami un bel regalo. Questo te lo dissi l'anno scorso e questo te lo dico anche adesso. Cara matre, che il Signore ti deve fare vivere cento anni, assieme a papà, a Ninuccia, a Nicolino e a me. Cara matre...»

A questo punto, la lettura di Tommasino veniva bruscamente interrotta da zio Pasqualino (anche lui abitava nella stessa casa in “Natale in casa Cupiello." Giustamente voleva conoscere le ragioni per cui il nipote non lo aveva inserito nella 'nota della salute', minacciando di passare a vie di fatto.

Tommasino (detto Ninnillo) si giustificava sostenendo che nel foglio non c'era più spazio; Poi, pregato dal padre che temeva l'ennesimo litigio familiare  faceva mostra di buona volontà e aggiustava a modo suo la lettera:
«Cara matre, che il Signore ti deve fare vivere cento anni, assieme a papà, a Ninuccia, a Nicolino, a me... e cento anni pure a zì Pascalino. Però... con qualche malattia.»

Tommasino non era certo un fanciullo quando scriveva questa lettera, ma la faceva lo stesso, un po' perché era ritardato, un po' perché i genitori tenevano alla tradizione.




Anche noi scrivevamo le letterine di natale nella Salerno che fu! Per lo più, erano richieste di perdono, promesse di maggiore applicazione negli studi e ubbidienza verso i genitori, e naturalmente espressioni augurali.

La letterina, dopo la scoperta, veniva accompagnata da espressioni di plateale meraviglia, veniva letta ad alta voce, e quasi sempre commentata dai commensali.

Naturalmente lo scopo di noi piccoli scrittori, nella Salerno che fu, era avere una ricompensa! Promesse e buoni propositi in cambio di vile denaro.

Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.com/2017/04/la-salerno-che-fu-102.html

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