Per molti anni, nella Salerno che fu, per tenere i collegamenti con il mondo esterno si usava:
" Il PANIERE! ”
Ecco come ne scriveva Riccardo Pazzaglia qualche decennio fa.
..................................
Il Paniere era un cesto con i bordi abbastanza alti. Aveva un manico e a questo era legata una lunghissima corda. A volte questa corda era lunga quanto un altissimo caseggiato.
Era fatto per essere calato. Aspettava, con la lunga corda arrotolata sul fondo, in un angolo del balcone, sulle loggette o sotto le persiane delle finestre. I Panieri venivano giù, rapidi, la mattina presto, quando passava il giornalaio, il carrettino del lattaio, l'uomo della ricottella, l'uomo delle « cèveze », grandi more, impregnate di succo sanguigno.
Uniti fraternamente, in quel silenzioso ascensore tirato a larghe bracciate, salivano verso le stanze ancora addormentate le copie fresche d'inchiostro de II Mattino e le foglie piene di « cèveze », la bottiglia del latte e, d'inverno, i coppi gonfi di umide castagne bollenti, le «allesse». I coppi erano confezionati arrotolando pagine di libri settecenteschi, di antichi registri del tribunale, di romanzi dell'Ottocento stampati nell'Ottocento.
Invece di pensare che da quelle venerande pagine sarebbero potuti venir fuori i microbi che mi avrebbero ucciso, io le aprivo con cura e provavo a decifrarle con la curiosità di un antico monaco benedettino.
Nella salita delle due, invece, a far compagnia alla copia del Roma, c'era, d'estate, il piatto con due soldi di ghiaccio, che sarebbe servito a rendere gelato il vino e a rinfrescare la frutta.
L'ultima ascensione serale portava su le fave fresche, appena colte negli orti del Vomero o di Capodimonte, oppure un cocomero immodestamente esaltato dai mellonari, che si fermavano con i loro carretti uno accanto all'altro e si sfidavano a chi li aveva più rossi.
Il Paniere serviva anche a portare un biglietto sul quale veniva scritta qualche comunicazione che proprio non si poteva gridare dal basso.
Quando non esisteva ancora il Telefono, il sistema di comunicazione a distanza era: IL PANIERE!
Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/05/la-salerno-che-fu-106_17.html
Nessun commento:
Posta un commento